sabato 9 agosto 2014

Piccole Librerie

Piccole Librerie, è allarme <<Siamo Presidi Culturali>>

Si definiscono uno degli ultimi presidi culturali cittadini. Al pari delle bibblioteche, dei musei e delle scuole. Sono le Librerie Indipendenti. I piccoli negozi di quartiere, lontani anni luce dai megastore delle grandi case editrici e delle loro offerte stracciate. Un pilastro che ora rischia di crollare. La crisi ha la fredezza dei numeri raccolti dalla Camera di Commercio: oggi, in tutta Genova, di quelle con un unico addetto, il proprietario, non sono rimaste che 25. Un numero che non si distacca di molto da quello di cinque anni fa: allora erano 26. Ci sono state nuove iscrizioni, ma nel frattempo sono scomparsi nomi storici, come AssoLibro in via San Luca e prima ancora Distefano,mentre altri per resistere sono stati costretti a spostarsi, come la Libreria XX Settembre, oggi in via Fiasella.<< Chi prova a lanciarsi c'è, ma resistere è difficilissimo>>,dice Battistina Dellepiane presidente provinciale dell'Associazione Italiana Librai attiva all'interno di Ascom. Il bilancio dei primi mesi di quest'anno è nerissimo. A fronte di un unico esercizio <<specializzato in commercio al dettaglio di libri>> che ha aperto i battenti, hanno già chiuso in cinque. Ed entro dicembre potrebbero aggiungersi altre cessazioni. <<Almeno un paio>>, dice chi lavora da anni nel settore, Genova che non prova nemmeno a cedere, <<Come fai a vendere debiti? No,meglio lasciare e basta>>.
I problemi sono tanti. Come tutti gli altri commercianti c'è quello dell'affitto: in centro si pagano mille euro per 25mq, quando va bene. Per locali più grandi si raggiungono cifre davvero esorbitanti. Senza contare le altre spese fisse. Ma il vero dramma che in Italia, e Genova non fa eccezione, si legge pochissimo. <<A parte chi è obbligato a farlo perchè va a scuola,tanti non prendono un libro da secoli. Si spende pertelefonini e videogiochi ma per la lettura no<<, aggiunge Dellepiane. La diffusione degli e-book certo non ha giovato al settore. Ma a dare la mazzata definiva sono state piuttosto le grandi catene legate a case editrici, da Feltrinelli a Mondadori. <<Prezzi come i loro per noi sono insostenibili. Le nuove uscite, che sono quelle su cui si punta per rivitalizzare il settore, lì sono 25% di sconto. Come si fa a resistere?>>.
A difesa delloro ruolo,i piccoli librai invocano la professionalità. L'esperienza, il rapporto diretto con il cliente più difficile da trovare in realtà grandi. <<Se unamamma viene qui e mi dice che cerca un libro persuo figlio, io non le indico lo scaffale. Cerco di capire se ilbambino ha delle paure oppure temi che preferisce e cerco di consigliare illibro migliore>>, spiega Tiziana Marinosci. Da tre anni gestisce la libreria per ragazzi SottoSopra in via Assarotti. Con altre otto colleghe nell'estate 2013 ha aperto la pagina Facebook "Librerie Indipendenti Genova" che a breve diventerà un associazione a tutti gli effetti. Insieme hanno organizzato feste del libro disseminate nei vari quartieri cittadini, in collaborazione con i CIV e altre associazioni, per avvicinare, soprattutto i più piccoli, alla lettura. E ora hanno deciso di rivolgersi a Palazzo Tursi. Lo hanno fatto prendendo spunto da una delibera del Comune di Milano che ha riconosciuto l'importanza delle librerie non in quanto attività commerciali ma nell'organizzazione della vita sociale e nella loro funzione culturale e di formazione ededucazione civica e civile. <<Non vogliamo un sostegno economico concreto. Chiediamo visibilità>>aggiunge Tiziana Marinosci. Come? Per esempio creando una mappattura completa degli esercizi del settore inserendoli nelle guide turistiche, con nuone edizioni della festa del libro o ancora favorendo una collaborazione con Andersen, la celebre rivista di libri per ragazzi che ha sede proprio a Genova.<<Finora le Istituzioni sono state sorde all'appello. Speriamo che qualcuno ci ascolti>>.

venerdì 1 agosto 2014

Rivarolo... E a Brin spunta il mercato alimentare abusivo


Il "CHOCOBANANO" è la banana ghiacciata di cioccolato e costa 1€. Anche i ghiaccioli alla fragola costano 1€. 
La "fritada",invece, è un piatto ecuadoriano a base di carne, pezzi di maiale, riso e fagioli. Costo: 5€. Su piatti e bicchieri di plastica, un rotolo di carta, ecco il benservito nella stazione metropolitana di Brin. Dal muretto, dopo l'edicola, nel via vai di passeggeri, i venditori ambulanti offrono i loro prodotti culinari dal lunedì al venerdì, dalle 15 fino alle 21. <<il weekend non lavoriamo- dice un venditore- Ogni giorno il menù è diverso. E se qualcuno ha una richiesta in particolare, lo possiamo preparare. Oggi c'è solo un piatto, e si chiama la "fritada" E' buono compralo!>>.
<<Esiste anche la presenza di un banco ambulante di frutta e verdura - spiega Enrico D'Agostino del Comitato Liberi Cittadini di Certosa, firmatari di una lettera spedita alla presidente del Municipio, Iole Murruni, e agli assessori comunali Elena Fiorini e Gianni Crivello- Non rispettano le più elementari norme igieniche. Inoltre non rilasciano i regolari scontrini fiscali>>. Il Comitato, attraverso, il presidente ha segnalato la presenza di una vendita illegale di prodotti alimentari, che avviene da diverso tempo. <<Nell'esposto abbiamo segnalato anche la presenza di un individuo di non nota nazionalità che dalle 17 in poi, senza nessuna qualsivoglia autorizzazione vende bevande, soprattutto birre, generi alimentari ed ultimamente c'è stato segnalato anche super alcolici e gelati>> aggiunge D'Agostino. Ma non è tutto:<<ho segnalato che durante le ore notturne si verificano forti disagi per la quiete pubblica>>.

Domenica Canchano